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Marzo
24 Marzo 2006 / 11 Giugno 2006
Centosette tra oli e tempere, trentotto tra carboncini e disegni, nove progetti per opere monumentali di grande formato, quaranta foto inedite del pittore e un film, “Il Mistero di Galatea”, girato da lui stesso, sono il nucleo di questa mostra antologica su Giulio Aristide Sartorio che è il punto di arrivo di una ricerca, sulla contestualizzazione globale della sua opera sin dall’ultima esposizione avvenuta nel 1933. Vi è in Sartorio, infatti una perenne ricerca intima e stilistica che lo fa approdare a delle soluzioni di metodo e pittoriche antesignane e validissime. Accanto a questo, per il suo internazionalismo e per una innata curiosità, lui, più di altri subisce il fascino di quella civiltà industriale nascente, di quel nuovo mondo che porta con sé nuove tecniche quali la fotografia e la cinematografia.
La mostra, che nasce sotto l’egida della Camera dei Deputati e dell’Archivio Sartorio, curata da Renato Miracco, affiancato da un comitato scientifico internazionale, ripercorre la sua carriera e la sua evoluzione pittorica sin dal progressivo passaggio dal momento fortuniano, che ha caratterizzato i primi anni, verso il 1877, verso l’interesse sempre più prevalente per la pittura preraffaelita che domina gli anni Novanta con l’incontro con la pittura di Dante Gabriele Rossetti e Burne-Jones.
Di qui il passaggio agli influssi liberty nonché alla grande decorazione e ai suoi noti paesaggi della campagna romana. La mostra sarà suddivisa in quattordici sezioni, ognuno curata da un esperto nazionale o internazionale e nessuno dei molteplici aspetti del pittore, decoratore, paesaggista, critico, fotografo, cineasta, saggista verrà trascurato per fornire, per la prima volta un quadro completo ed esaustivo di quello che Gabriele d’Annunzio definiva : “Cantore della pittura italiana”.
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