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Febbraio
24 Febbraio 2003 / 20 Marzo 2003
dal 24/02/2003 al 20/03/2003
Si tratta di una raccolta dedicata, in massima parte, agli artisti della Scuola romana, dagli anni Venti agli anni Quaranta del Novecento.
L’idea di offrire al pubblico romano una mostra comprendente quasi per intero la Collezione nasce dalla recente pubblicazione, da parte dell’Editore Skira, del relativo catalogo.
Ideato da Maurizio Fagiolo dell’Arco, curato da Valerio Rivosecchi con la collaborazione di Beatrice Marconi e comprendente un testo di Miriam Mafai sul collezionismo italiano, il volume raccoglie vent’anni di ricerche sulle opere esposte, oltre a testimonianze di artisti e studiosi, interviste e saggi che permettono di approfondire la conoscenza dei vari aspetti di una stagione dell’arte particolarmente ricca di esiti.
iniziata negli anni ottanta in sincronia con gli studi che hanno riportato l’attenzione sulla Scuola romana, è frutto di una coerenza di scelte piuttosto rara nel panorama del collezionismo italiano, così nel suo insieme finisce per essere il ritratto complessivo di un’epoca, di una vicenda artistica rappresentata nei suoi esiti più alti.
Tra le oltre settanta opere esposte, il pubblico potrà ammirare i dipinti dei pittori del “realismo magico”, come Ferruccio Ferrazzi, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Francesco Trombadori, con la loro incantata visione del mondo, ritrovare i protagonisti della “Scuola di via Cavour”, Antonietta Raphaël, Mario Mafai, Scipione, Renato Mazzacurati con il loro lirico espressionismo.
Si potrà rivivere l’atmosfera tipica della pittura “tonale” degli anni Trenta, rappresentata dai dipinti di Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi, Fausto Pirandello e Guglielmo Janni, Roberto Melli e Alberto Ziveri.
Accanto ad opere ormai celebri come I piccoli saltimbanchi di Donghi, l’Autoritratto con violino di Antonietta Raphaël e la Gita in barca e Il ballo sul fiume di Capogrossi, sono molti i dipinti inediti come i ritratti di Guglielmo Janni (tra questi un inedito ritratto di Capogrossi) e Mario Mafai e una rara natura morta di Scipione.
è completato da una serie di sculture, da Il ragazzo con il gabbiano di Fazzini alle figure della Raphaël, alle preziose Quattro stagioni di Leoncillo, che condividono con la pittura dell’epoca lo slancio emotivo, la vocazione poetica, il senso del colore.
I motivi di interesse della raccolta non finiscono qui: accanto alle opere che raccontano la storia della “Scuola romana”, la Collezione comprende infatti un gruppo di dipinti e sculture di protagonisti dell’arte italiana del Novecento.
Si tratta di opere che, nell’ambito della raccolta, stimolano confronti e aprono prospettive di conoscenza e di interpretazione. Troviamo così, intorno al celebre ritratto di Primo Carnera di Giacomo Balla, opere di Depero, de Chirico, Dottori, Sironi e Campigli, Casorati e Funi, Arturo Martini e Duilio Cambellotti.
Infine, una sezione della mostra è dedicata ad artisti che hanno ereditato dalla storia del primo Novecento italiano lo spirito sperimentale, il gusto per l’immagine evidente e densa di contenuti. In una ideale ricostruzione di ciò che segue la Scuola romana, non poteva mancare un artista come Renzo Vespignani.
Alcune opere di Tano Festa e Mario Schifano testimoniano del momento ormai mitico della Scuola di piazza del Popolo, mentre un consistente nucleo della Collezione racconta una fase più recente della ricerca figurativa, con opere di Paola Gandolfi e Stefano Di Stasio, Aurelio Bulzatti, Luigi Ontani, Luca Pignatelli, Bernardo Siciliano e Fabrice de Nola.
La Scuola romana nel Novecento
Una collezione privata a cura di Valerio Rivosecchi
con la collaborazione di Beatrice Marconi
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